Ed eccoci giunti alla sosta invernale, al termine del girone di andata manca ancora una partita che recupereremo a febbraio. E' ora del primo bilancio. Positivo? Negativo? A voi l'ardua sentenza, potremmo diventare i protagonisti di una puntata del "Processo di Biscardi" o di "Casa Mosca". 18 punti all'attivo, 6 vittorie, 4 sconfitte, nessun pareggio, 37 gol fatti (16 in casa in 4 partite, 21 in trasferta in 6 partite, 36 subiti (9 in casa, 27 in trasferta), 12 i giocatori che hanno realizzato almeno una rete (ancora a secco: Davide Casoli (normale), Gianluca Gazzolo, Luca Livio, Mario Gagliardi e Luigi Regazzoni), sempre vittoriosi in casa, 2 vittorie esterne, sempre segnati almeno 2 gol, sempre subito almeno 1 gol, 1 rigore a favore, 1 contro entrambi trasformati.
Vediamo quindi i giudizi dopo dieci partite:
Casoli Davide. L'unico in squadra che non subisce la legge del turn-over essendo l'unico un quel ruolo. Soprannominato saponetta o bugiardo, a volte ha tolto le castagne dal fuoco, spesso ci ha divertito più che altro grazie al suo splendido abbigliamento. Nel tempo libero fa anche l'arbitro, due ruoli peggiori non poteva trovarli. Coraggioso.
Gazzolo Gianluca. Il capitano (ormai ex). Insignito dei gradi solo grazie all'età, appena in possesso della fascia (un foulard) si monta la testa e si avventura in scampagnate nelle metà campo avversarie facendo sgolare il mister. Si immola nella partita più difficile contro i suoi "cugini" (Polizia Penitenziaria). Ci ha lasciati soli nel momento in cui cominciavano a mancare gli uomini. Lo aspettiamo per il girone di ritorno. Gladiatore.
Bernasconi Roberto. Una roccia. Insuperabile di testa e di piede inizialmente lo trovavamo spesso nel tabellino dei marcatori, adesso si è un po' perso, sotto questo aspetto, ma è l'unico difensore puro che ci è rimasto. Salta due partite per gite giubilari e di piacere. Straripante.
Regazzoni Luigi. Impiegato in un ruolo non propriamente suo, alterna momenti di amnesia totale (degne del peggior Colonnese), a momenti in cui è incontenibile con anticipi e ripartenze degne del miglior Paolo Maldini (non riuscivo a trovare un esempio tra i fenomenali difensori nerazzurri). Anche lui fermato da un infortunio causato dai festeggiamenti per un gol, ha tentato di farsi guarire da una maga senza fortuna. Soffre, forse, il momento positivo del fratello minore. Trascinatore.
Bonardi Raffaele. Il colpo del mercato invernale. Il suo arrivo nella nostra squadra ha causato inutili malumori e discrepanze all'interno del gruppo sportivo. Ha i numeri per sfondare in questa squadra di campioni dopo aver già dimostrato altrove il suo valore. Spezza trame e avversari con facilità irrisoria, d'altronde con un fisico del genere è normale. Da ricordare l'esordio con gol da cineteca. Gigantesco.
Regazzoni Roberto. Qualcuno ha detto di lui "da brutto anatroccolo a cigno", la gioventù ha fatto si che i due eurogol inventati da Junior abbiano contribuito notevolmente a farlo sentire il più bravo dei fratelli Regazzoni. Gioca indifferentemente a centrocampo e in difesa non disdegnando calcioni agli avversari rischiosi più che altro per la sua squadra in quanto causa di rigori e punizioni pericolose. Sorprendente.
Crescenzo Alessandro. Purtroppo la nostra non è una squadra di serie A e quindi, spesso gli impegni di lavoro hanno la meglio sulle partite. Quando gioca mette a disposizione polmoni anche per quelli che non corrono più o non hanno mai corso. Ruba palloni a metà campo e si propone in fascia come il miglior Rino Gattuso. Ringhioso.
Gini Nicola. Dal grande campione che è ci si aspettava qualcosa di più. Avrà tutto il girone di ritorno per tornare a livelli mondiali. La tecnica non si discute, purtroppo ha perso per strada un po' di fiato. Mette la sua esperienza al servizio della squadra. Bersaglio preferito dei rimproveri del mister (d'altronde è troppo facile prendersela col fratello), diventa il goleador nei momenti di maggior bisogno. Indispensabile.
Crescenzo Davide. Ha iniziato il campionato alla grande sfornando gol e assist a ripetizione. Poi si è un po' fermato soprattutto a causa dei campi pesanti dove non può far valere la sua tecnica sopraffina. Limitato dal mister che ogni volta prima della partita minaccia di sostituirlo dopo il primo colpo di tacco. Promette una primavera pirotecnica. Geniale.
Botta Claudio. Al suo primo campionato da professionista sta cercando di imparare in fretta i trucchi del mestiere applicandosi con costanza e serietà in allenamento. Come si dice in gergo "ha i numeri", aspettiamo l'esplosione definitiva soprattutto in fase realizzativa. Sublime.
Agostinelli Paolo. Rare, purtroppo le sue apparizioni. Una, in particolare, è stata decisiva per il risultato e per il morale della squadra che da quel momento ha capito che tutti sono utili al raggiungimento dei risultati. La corsa è ormai un lontano ricordo ma ovvia all'inconveniente con piedi sopra la media. Decisivo.
Livio Luca. La sua simpatia è devastante quasi quanto la sua cocciutaggine nel non mollare pallone e avversari quando entra in campo. Entra sempre immediatamente in partita dando anima e corpo rimettendoci spesso tagli ed escoriazioni. Spesso e volentieri uomo assist soprattutto nel suo campo preferito (Prestino). Grintoso.
Rini Paolo. Quanto estro con quel sinistro. Se non avesse quella famosa roulotte attaccata al fondoschiena (e qualche bel chilo in meno) ricorderebbe il miglior Bubu Evani. Proverbiale il suo modo di difendere il pallone dagli attacchi avversari. Diventa irresistibile sui campi pesanti. Possente.
Gagliardi Mario. Purtroppo un infortunio l'ha tolto dal gioco troppo presto. Aveva dimostrato di saper guidare con sapienza il centrocampo. Gli auguriamo tutti di tornare al più presto. Sfortunato.
Agostinelli Angelo. Goleador puro che, a volte, si perde in giocate impossibili cercando il colpo sensazionale alla Shevchenko del quale di uguale, per ora, ha solo il numero di maglia. Litiga spesso col fiato dicendo che non ne ha più. Decisivo nei momenti in cui gli avversari sono alle strette grazie alla sua velocità. Rapace.
Bernardo Alfonso. Fisico da purosangue (il suo sangue invece è impuro, vedere risultati analisi presso il centro di medicina sportiva di Como), comincia il campionato con timore acquisendo partita dopo partita grinta e coraggio a lui finora sconosciute. Un gol da cineteca nel fango, progressioni degne del miglior Vieri, a volte si "assenta" senza un motivo. Il termometro della sua stanchezza è data dalla curvatura delle spalle. Portentoso.
Subini Tomaso. Anche per lui poche apparizioni visti i numerosi pseudo-impegni scolastici e culturali. Viste le massiccia dose di nicotina che ha in corpo, la sua autonomia di corsa è ridotta all'osso, ma come dice il mister è l'unico "che sul cross sa andare sul primo palo". Opportunista.
MISTER Gini Alessandro. Nell'inedito ruolo rischia come Sacchi, Capello e Zaccheroni di far centro al primo colpo alla maniera di Guglielmo Tell. Ha la fortuna di avere una squadra di elementi versatili e polivalenti che lo sanno seguire. Altro elemento a suo favore è dato dal numero dei giocatori che gli consentono cambi spesso decisivi. C'è ancora da capire se è abilità o pura fortuna. Continua a sostenere che non abbiamo fiato e cerca di sfinirci con allenamenti alla Zeman. Puntiglioso.